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Trama |
Rick ed Ilsa si
sono amati a Parigi, poi si sono separati. Rick non sa comunque che
Ilsa è sposata con un eroe cecoslovacco della Resistenza, Victor
Laszlo, che vive in clandestinità.
Qualche anno più tardi, nel caos della Seconda guerra mondiale, Ilsa
accompagna suo marito a Casablanca, città zona franca governata dal
regime filo-nazista di Vichy. Nel dicembre 1941 Casablanca è un
porto dove s'incontrano poliziotti francesi, spie naziste,
fuoriusciti antifascisti, avventurieri di rango, piccoli sciacalli.
Ilsa e Laszlo cercano di ottenere un visto alla borsa nera per
fuggire negli Stati Uniti. Rick vive proprio a Casablanca, dove è
direttore di un night club, il Rick's Café Americain; la
gente lo stima ma è ritenuto una persona cinica e fredda. Ilsa gli
chiede di aiutare sé e il marito; Rick invece si sente ancora offeso
perché Ilsa aveva troncato la loro relazione senza parlargli. Rick
possiede due visti validi, che intende vendere al miglior offerente.
Di fronte alla richiesta di Ilsa Rick inizialmente rifiuta, ma si
rende conto che il suo amore per la donna è ancora vivo. Decide di
aiutare la donna e dà i due visti ad Ilsa affinché si imbarchi con
Laszlo. |
Il cast |
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Humphrey Bogart
(Rick) |
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Ingrid Bergman
(Ilsa) |
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Le battute da ricordare |
Suonala ancora, Sam! |
Una recensione |
Casablanca, 1943, luogo fondamentale per la
resistenza francese. Il governo di Vichy esercita la sua autorità su
una città cosmopolita dove transitano esuli in fuga dalla minaccia
nazista. E tutti si ritrovano nel nightclub di Rick ad ascoltare il
pianista nero Sam e le sue nostalgiche musichette... Una sera arriva
una coppia: l’uomo è un eroe della resistenza mitteleuropea braccato
dai nazisti, la moglie una vecchia fiamma di Rick. Li aiuterà Rick a
fuggire verso cieli più clementi, a rischio di compromettersi?
Occorre neutralizzare il feroce maggiore Strassen, rappresentante
dei nazisti a Casablanca, e assicurarsi la complicità del capitano
Renault, funzionario di Vichy... Tutto si risolverà all’aeroporto,
nelle nebbie dell’alba; l’amata è lasciata all’eroe e vola via con
lui, Rick uccide Strassen protetto da Renault, che passa come Rick
dalla parte giusta. Il riassunto della trama non può spiegare il
fascino tenace che emana da Casablanca, frutto di una felice
congiunzione di talenti e di circostanze. Vi concorrono la mitologia
personale di Humphrey Bogart, allora allo zenith (vestito di bianco,
e L’onnipossente califfo di questa fiaba moderna); il mestiere
solidissimo del regista Michael Curtiz (1888-1962), di origine
ungherese, che aveva all’attivo un impressionante numero di
thrillers e di film d’avventure dei quali si assiste qui a una sorta
di sintesi; l’abile commistione di romanzo d’amore e romanzo di
spionaggio; la musica «viennese» di Max Steiner; e infine la
coincidenza storica dello sbarco alleato in Africa del Nord avvenuto
solo pochi giorni dopo l’uscita del film. Realismo e romanticismo si
coniugano armoniosamente, e quanto avrebbe potuto sembrare
convenzionale finisce per assurgere a una dimensione quasi magica.
Il successo fenomenale di Casablanca spinse il regista a
girarne una specie di seguito, Passaggio a Marsiglia; Woody Allen
dette a uno dei suoi primi film un titolo che riprende la celebre
frase di Rick al suo pianista, «Play it again, Sam»; nel 1985
l’italiano Francesco Nuti gira una sorta di pastiche intitolato
Casablanca, Casablanca; una delle prime produzioni televisive della
Warner ricamava sui tema di Il tempo passa e va (As time goes by, la
canzone di Rick e Ilsa), ecc. ecc. E si tratta solo di alcuni esempi
della straordinaria discendenza di Casablanca.
Claude Beylie, I capolavori del cinema, Vallardi Milano, 1990
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